DOC Sciacca: la denominazione che siamo gli unici a rappresentare nel mondo. Ma perché è così importante?


DOC Sciacca: la denominazione che siamo gli unici a rappresentare nel mondo. Ma perché è così importante?

Vi sveliamo una grande novità: la più importante new entry della vendemmia 2020 è la denominazione DOC Sciacca.
Si sa, il vino è espressione del territorio nel quale viene prodotto. Porta dentro di sé tutte le caratteristiche intrinseche del terreno di coltivazione, del clima, della ventilazione, della vicinanza o meno con il mare e dei minerali presenti in quella specifica area.
Ma non solo. Questi tratti distintivi di una certa area geografica sono al tempo stesso causa e conseguenza della cultura di quella specifica regione: nascono a partire dalla tradizione che viene tramandata da generazioni e vengono influenzati da metodi, usi e costumi locali.
Tutti gli elementi che fanno parte della coltivazione del terreno si trasformano, diventano, il vino stesso.
Ecco quindi che il legame del vino con la propria terra di appartenenza è del tutto indissolubile. Un fil rouge che nessuno può spezzare.

Il nostro Nero D'Avola
Il nostro Nero D’Avola

Questo nel tempo ha spinto le varie cantine ad avere denominazioni che sempre più sottolineassero questa interdipendenza inscindibile.
Alla luce di questa consapevolezza, è nato per noi il progetto DOC Sciacca. Così, molte scartoffie e pratiche burocratiche dopo, portiamo adesso con grande orgoglio la denominazione identificativa della nostra città. È un emblema che ci lega non soltanto alla «bella Trinacria, che caliga tra Pachino e Peloro», ma a quella fascia di terra che si estende dalle pendici del Monte Kronio fino alla punta di Capo San Marco, dove oltre al Carnevale, alla Ceramica e alle buonissime sardine si produce anche un vino che unisce le peculiarità del luogo come si disegnerebbero mentalmente le costellazioni guardando le stelle.

Proprio questa eccezionale zona geografica ha dato i natali al vino più antico d’Italia. Nel 2010 un gruppo di ricerca dell’Università di South Florida a Tampa ha rinvenuto nelle grotte sotterranee del nostro simbolico Monte Kronio reperti in ceramica del IV millennio a.C. che secondo le analisi chimiche possiedono ancora residui di un vino prodotto 6000 anni fa.
Questa a dir poco entusiasmante scoperta non soltanto ha permesso gli studiosi di ricostruire le abitudini alimentari dei nostri antenati dell’età del rame, ma conferisce alla produzione del vino odierna nella zona di Sciacca un’identità profonda e radicata nei secoli.

Essere i soli rappresentanti della DOC Sciacca ci rende davvero fieri perché significa per noi costruire un futuro che affondi le radici, in questo caso letteralmente, nella nostra tradizione.

Anche il Bianco di San Lorenzo riporterà la DOC Sciacca in etichetta
Anche il Bianco di San Lorenzo riporterà la DOC Sciacca in etichetta

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